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Interessante conferenza del prof. Emilio Chiodo sul contributo dei parchi ad un’economia sostenibile

Ieri Venerdì 19 ottobre, presso l’Hotel Palace, presentato dal Presidente del Rotary Club di Vasto, dott. Beniamino Di Domenica, il Prof. Emilio Chiodo, Docente di Economia Agraria presso l’Università di Teramo e Vice-Coordinatore del Master GESLOPAN (Gestione dello Sviluppo dei Parchi e delle Aree Naturali), ha tenuto ai soci, ai loro familiari ed amici una interessante conferenza sul tema “Aree protette e green-economy: il contributo dei parchi ad una economia sostenibile”. All’incontro è stato presente, come rappresentante dell’Amministrazione Comunale, il Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Forte.

Tre le domande a cui ha cercato di rispondere, con il sussidio di alcune slide, il bravo e preparato relatore: Cosa è un parco? Che vuol dire sviluppo sostenibile? Come si fa a misurare la sostenibilità?

Sul primo punto il prof. Chiodo, dopo aver premesso che non esistono modelli vincenti, che lo sviluppo deve adattarsi alle specificità locali, che occorre valorizzare le funzioni di eccellenza e che i parchi possono rappresentare “luoghi specializzati nei servizi ambientali in un sistema più complesso ed aree di forte qualità ambientale”, ha definito il parco come “un modo di amministrare un territorio, proseguendo un progetto di sviluppo sostenibile che sappia coniugare le esigenze di conservazione e di sviluppo e che sia condiviso”. Si è, quindi, soffermato sugli strumenti di governo (L. 394/91) e su alcuni particolari articoli: piano per il Parco, regolamento del Parco, piano pluriennale economico-sociale, elaborato dalla Comunità del Parco.

Per quanto riguarda il discorso sulla sostenibilità ha precisato che il vero sviluppo sostenibile è quello che riesce a coniugare i tre aspetti: sociale, economico e ambientale. E’ quello, in altre parole che punta sia sulla solidarietà tra una generazione e l’altra (“per non compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri bisogni”) e sia sul principio di interdipendenza. “Tutto questo – ha aggiunto il prof. Chiodo – è facile da dirsi, ma difficile da capirsi e da attuare”.

Come si fa a misurare la sostenibilità? A questa domanda il prof. Chiodo ha risposto sviluppando due concetti: quello dell’impronta ecologica e quello dello sviluppo umano.

Il relatore ha terminato il suo pregnante intervento indicando due iniziative di educazione alla sostenibilità: il Master GESLOPAN, organizzato dalla Università di Teramo “per formare nuove figure, altamente specializzate, capaci di gestire lo sviluppo economico e le risorse ambientali delle aree naturali protette” e l’ISLE Project a livello europeo.

E’ seguito un acceso dibattito, a cui ha partecipato anche Raffaele Trivilino, responsabile tecnico del Patto Trigno-Sinello e coordinatore del Polo di Innovazione Automotive.

LUIGI MEDEA

 

 

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